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Eco-mostro: gli aggiornamenti

  • Comitato di Quartello
  • Oct 16, 2018
  • 4 min read



Nei giorni scorsi abbiamo avuto un incontro con l’avvocato per chiedere il suo parare circa l’attuale situazione, che riguarda l’eco mostro. Ovvero quali possibilità abbiamo ora, visto che il comune ha rilasciato la concessione edilizia, nonostante le nostre segnalazione circa la presunta illegittimità della realizzazione di una M.S.V. in sostituzione dei servizi connessi alla residenza.


Vi abbiamo fatto un riassunto delle informazioni, di cui siamo venuti a conoscenza. Qui di seguito riportiamo le possibilità a disposizione dei residenti:


Prima possibilità - non intraprendere alcuna azione. In quel caso, si perderebbe in maniera definitiva il diritto di contestare la realizzazione di una M.S.V. in via Austria. In seguito a ciò, si potrebbero verificare due diversi scenari:


🔸 primo scenario - la realizzazione di Eurospin secondo l’attuale progetto, che comporterebbe: - un significativo incremento del traffico nel quartiere (incluso via Gen. Dalla Chiesa, via Austria, via Italia, via Bulgaria), in quanto il progetto prevede un maggior flusso di clienti provenienti da Pitze Serra e via Fiume (Margine Rosso/ via San Benedetto) - i residenti degli appartamenti siti in via Austria in corrispondenza con l' incrocio di via Italia, si troverebbero di fronte alle proprie finestre l’area di compattaggio, scarico/carico merci e rifiuti, e anche le celle frigorifero/pompe esterne - molto verosimilmente - anche un cambiamento dell’aspetto urbano dei Giardini di via Fiume


🔸 secondo scenario - il costruttore potrebbe presentare una variante alla concessione per aggiungere un ulteriore volume. Ad es., un altro piano sopra l’Eurospin. Lo potrebbe fare perchè: a) con l’attuale progetto non ha utilizzato tutta la volumetria a sua disposizione, b) il suo obbligo di demolire l’intero stabile è decaduto, in quanto il reato è entrato in prescrizione (lo stabilisce la sentenza della corte d’appello di luglio 2018, della quale Luciano non ci ha informati, noi siamo venuti a saperlo per caso al comune). Secondo la nostra comprensione della normativa, la variante sarebbe impugnabile “soltanto in relazione alla parte del progetto in cui dovessero introdurre elementi non previsti dal progetto originario” (C. Stato, sez. V, 10 luglio 1981, n. 363). Ovvero non si potrebbe più impugnare la realizzazione di una M.S.V. come una struttura incompatibile con il concetto dei servizi concessi alla residenza. Di conseguenza, in un momento successivo ci si potrebbe trovare di fronte alle proprie finestre, uno stabile simile a quello del SuperPan di via Fiume, dove al piano terra ci sono dei supermercati, e al primo piano tutto il resto (incluso la mega pizzeria), senza avere alcuna possibilità di contestarlo dal punto di vista urbanistico. In tal modo Cambarau potrebbe realizzare un progetto simile a quello originario del centro commerciale, anche se ridimensionato.


Seconda possibilità - intraprendere un azione legale per contestare la legittimità della concessione edilizia. Per poterlo fare occorre presentare ricorso al Capo dello Stato entro il 5 di novembre 2018 (120 giorni dalla notifica del rilascio della concessione edilizia avvenuta il 6 luglio 2018). L’avvocato ha confermato la solidità delle nostre osservazioni esposte al comune, e ha detto, che secondo lui ci sono buone prospettive per ottenere giustizia. Presentare il ricorso al Capo dello Stato si può anche con le proprie forze (non è obbligatorio il patrocinio di un legale). In ogni caso occorre pagare il contributo unificato di circa 650 euro, mentre il preventivo dell’avvocato ammonta a circa 5000 euro. A prescindere da chi presenta il ricorso, sono possibili due scenari:


🔸 primo scenario - il ricorso viene risolto al Capo dello stato, in quel caso diventa inappellabile. Oltre il contributo unificato, non è prevista alcun altra spesa nel caso in cui si dovesse procedere senza l’ausilio del legale.


🔸 secondo scenario - i controinteressati fanno opposizione al ricorso in sede straordinaria e lo trasposizionano al T.A.R. (uno scenario molto probabile). In quel caso, agli interessati rimane la facoltà di rinunciare al ricorso, perdendo la possibilità di avere giustizia, ma evitando anche la possibilità di essere coinvolti in processo legale. Nel caso in cui gli interessati decidessero di proseguire, l’avvocato sarebbe indispensabile. La decisione del T.A.R. è appellabile. In questo caso agli interessati, se dovessero perdere il ricorso (ipotesi che non può essere mai esclusa), spetterebbe il pagamento delle spese legali dei controinteressati – la somma viene stabilita dal tribunale in forma forfettaria e ammonta a circa 2000-3000 euro.


Riassumendo, in caso di ricorso converrebbe dare l'incarico ad un avvocato e affrontare la spesa da 5000-6000 euro a circa 8000-9000 euro tutto sommato, ovviamente senza la garanzia, ma con buone prospettive di vittoria.


Nel caso in cui la concessione edilizia fosse annullata, il costruttore non potrebbe realizzare altro che i servizi connessi alla residenza, ovvero uffici, studi professionali, locali commerciali di piccola dimensione, albergo di piccola dimensione, secondo i parametri dimensionali stabiliti nel modo esplicito dalla Regione. Se dovesse subentrare una pizzeria chiassosa, evento ultimamente tanto temuto da alcuni residenti, sarebbe un problema risolvibile tramite il settore amministrativo, facendo valere i propri diritti presso il comune.


Terza possibilità- portare la situazione alla attenzione della Procura, esponendo i fatti che hanno interessato la situazione, riguardo il rilascio della concessione edilizia. Questa possibilità rimane sempre valida, e può “convivere” sia con la possibilità n.1 che con la n.2.


Vi informiamo inoltre che siamo stati contattati in privato, dalle persone fortemente motivate a proseguire con la possibilità n.2., le quali stanno cercando di creare un gruppo con il quale proseguire, al fine di tutelare i propri diritti e di assicurare la vivibilità e la godibilità dell’ambiente che ci circonda, sopratutto nel rispetto della legge. Chi fosse interessato a condividere questa iniziativa, ci può contattare. Se si costituisse un gruppo di almeno 30 persone, la spesa per ciascuna famiglia sarebbe pressochè irrisoria, in confronto al danno che si prospetterebbe con la realizzazione di una M.S.V. nel quartiere.


 
 
 

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